Pozzuoli, il lago d’Averno si tinge di rosso

Il lago d’Averno si è formato più di 4.000 anni fa nel cratere di un vulcano spento nell’area flegrea, nei pressi di Pozzuoli. È un luogo ricco di fascino e di mistero, che nei secoli ha spaventato e incantato gli uomini. Ancora oggi non smette di incuriosirci con fenomeni molto particolari: recentemente, infatti, le sue acque si sono tinte di rosso.

Pozzuoli, il lago d’Averno si tinge di rosso:

 

Il lago d’Averno, la porta degli Inferi

Oggi il lago d’Averno è riconosciuto come parte di una splendida oasi naturalistica campana. Nell’antichità però questa località aveva una fama piuttosto tenebrosa. Il nome “Averno” deriva infatti dall’espressione greca “a-ornis”, vale a dire “senza uccelli”. Sul lago non si vedevano volatili. A causa delle pesanti esalazioni sulfuree sprigionate dall’acqua, gli uccelli evitavano di sorvolare la bocca del vulcano ormai spento. Gli antichi guardavano al fenomeno con molto curiosità e hanno iniziato a intessere una fitta rete di leggende sul lago, leggende che sono arrivate fino ai giorni nostri, passando dagli antichi romani a Dante Alighieri.

Secondo gli antichi, la porta degli inferi si trovava proprio sulle rive del lago Averno. Questa leggenda avrà una grandissima eco letteraria, tanto da essere ripresa da Virgilio prima e da Dante poi. Inoltre, sempre secondo il mito, Plutone, il re degli Inferi, aveva rapito la bella Proserpina in Sicilia, per condurla poi al lago d’Averno e farla entrare nel regno dei morti, di cui sarebbe divenuta regina.

Dal punto di vista storico, il lago d’Averno era un importante crocevia militare. Agrippa aveva fatto costruire un importante canale di collegamento tra il lago e il mare, trasformando il lago nel porto Julius. Per costruire questo porto erano state scavate due diverse gallerie. Tuttavia, nel 1538 un’esplosione vulcanica del Monte Nuovo ha distrutto ogni collegamento tra il lago d’Averno e il mare.

 

Perché le acque del lago d’Averno diventano rosse?

Vedendo il lago d’Averno tingersi di rosso, verso fine marzo, molti hanno pensato immediatamente allo sversamento di qualche sostanza chimica nelle sue acque, molto probabilmente a uno scarico illegale di sostanze tossiche. Alcuni esperti hanno ipotizzato un legame tra il fenomeno e la ripresa del bradisismo nell’area flegrea, ovvero a un episodio di abbassamento o innalzamento del livello del suolo terrestre legato al vulcanismo.

Non è così, in realtà questo fenomeno si ripete ciclicamente e non ha nulla di allarmante. A confermarlo è l’Osservatorio vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Le acque del lago d’Averno diventano rosse a causa della proliferazione di alcune alghe, provocata dell’eutrofizzazione delle acque lacustri, fenomeno accentuato da determinate condizioni climatiche. Nel dettaglio, si tratterebbe di fioriture algali sostenute dal cianobatterio Planktothrix rubescens, che solitamente trovano il loro picco nei mesi invernali, ovvero tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio. L’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania) ha spiegato che questo tipo di fenomeni si registra soprattutto quando alcuni eventi climatici determinano un importante rimescolamento delle acque del lago. Quando gli strati più superficiali delle acque lacustri si raffreddano, diventano più pesanti e tendono a sprofondare. Questo sprofondamento delle acque superficiali permette la risalita in superficie dei cianobatteri che si trovano sul fondo. Questa risalita è molto favorevole alla riproduzione dei cianobatteri di Planktothrix rubescens.

Le acque sono quindi diventate rosse in modo del tutto naturale, come è già avvenuto anche nel 2017 e come avveniva secoli fa. Lo spettacolo si conferma, però, ogni volta sempre molto suggestivo.

 

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