La città di Forio, conosciuta anche come Forio d’Ischia è un comune che si trova nella parte occidentale dell’Isola, a circa 10 km dal Porto di Ischia. Rappresenta il comune più esteso dell’Isola. Secondo la leggenda, un castellano del Castello Aragonese, provato della convivenza in un maniero abitato da 14.000 persone avrebbe abbandonato il castello dicendo: “Fuori io!”. Si sarebbe quindi recato nella più occidentale dell’Isola per fondare un nuovo insediamento fortificato, l’attuale Forio. Nel corso dei secoli Forio è stata più volte minacciata da terribili incursioni da parte dei Saraceni e i segni di questo passato sono visibili ancora oggi.
Forio d’Ischia, la città Turrita:
Forio attira curiosi e turisti da ogni parte del mondo. Le sue case colorate e le sue piccole stradine sono molto suggestive. Palazzi e fortificazioni si snodano in spazi molto ristretti. Dietro mura imponenti troviamo giardini e orti, cortili e pozzi. I portali di pietra ci testimoniano l’origine medievale di queste costruzioni. Fiori e maioliche colorano questo labirinto isolano. Alcune strade sono così strette che è difficile camminare in due sulla stessa via. Questa scelta urbanistica però non è un caso: il cuore di Forio è un dedalo di viuzze realizzato dagli abitanti di Ischia che qui trovavano rifugio durante i violenti assalti dei pirati, che spesso avvenivano nel pieno della notte. Questi gomitoli di strade strette rendevano molto difficile l’avanzata dei pirati all’interno della città. Inoltre, Forio era dotata di diversi palazzi fortificati, delle vere e proprie torri in cui rifugiarsi durante gli attacchi. Non a caso, Forio viene detta anche “la Turrita”, essendo il comune ischitano con il maggior numero di osservazioni fortificate in assoluto: Torrione, Torre Quattrocchi, Torre della Spiagia, Torre di Scaro, Torre Costantina, Torre Casa Patalano, Torre del Circo, Torre di Cigliano, Torone, Torre di Baiola, Torre di Nacera, Torre di Milone, Torre della Cornacchia e Torre di Casa D’Asciata. Queste fortificazioni erano disposte su una pianta circolare. Da ognuna di queste torri era possibile osservare il mare e le altre due torri adiacenti, in modo tale da comunicare prontamente eventuali pericoli.
Le architetture di queste torri sono riconducibili alle tecniche costruttive degli angioini e degli aragonesi. Gli edifici non sono altissimi, ma si distinguono per murature imponenti sul lato esterno dell’isola, a difesa di eventuali colpi di artiglieria provenienti dal mare.
Il sistema di fortificazioni di Formio era senza dubbio molto sofisticato e funzionale. Tuttavia, le incursioni barbaresche erano così frequenti che resistere non era cosa da poco. I pirati assaltarono Forio nell’agosto del 1548 e nel 1552. Erano guidati dal temutissimo rais Dragut, noto anche come Turghud Alì, ammiraglio e corsaro ottomano successore di Khayr al-Din Barbarossa. Viene ricordato come uno dei più formidabili “Capitan pascià” al servizio del sultano ottomano Solimano il Magnifico. La violenza e la crudeltà dei suoi uomini erano note in tutto il Mediterraneo. I pirati barbareschi erano soliti razziare intere isole, uccidendo buona parte degli uomini che le abitavano. Le donne e i bambini in buona salute, invece, venivano rivenduti come schiavi. Coloro che vivevano sulle isole mediterranee erano quindi costretti a difendersi con ogni mezzo a loro disposizione per evitare il peggio.
Oggi di questo passato per fortuna ci restano solo suggestive architetture, e non solo. La forza d’animo e l’orgoglio degli isolani sono il risultato di storie secolari di resistenza e di coraggio.
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Foto di Grauesel per Wikimedia
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