Maurits Cornelis Escher, è stato uno degli incisori e grafici più celebri del XX secolo. In pochi sanno che in Italia, in particolare lungo la meravigliosa Costiera Amalfitana, trovò una fonte inesauribile di ispirazione. I borghi di Ravello e Atrani, con i loro paesaggi suggestivi e le architetture uniche, fecero da sfondo a varie opere, contribuendo a definire lo stile distintivo dell’artista.
Questi luoghi, ricchi di bellezza, rappresentarono per Escher una perfetta sintesi tra natura e geometria, elementi che avrebbe poi trasfigurato nelle sue famose composizioni.
Escher in Costiera Amalfitana:
L’incontro tra Escher e l’Italia avvenne negli anni ’20, quando l’artista iniziò a esplorare il Paese alla ricerca di ispirazione. La Costiera Amalfitana, con i suoi panorami mozzafiato, le case bianche arroccate sui monti e i vicoli stretti e tortuosi, catturò immediatamente la sua immaginazione. Ravello, in particolare, divenne un luogo caro a Escher non solo per la sua bellezza, ma anche per i ricordi personali. Fu proprio qui che, nel 1923, conobbe Jetta Umiker, la donna che sarebbe diventata sua moglie l’anno successivo.
Nel corso degli anni, Escher viaggiò in molte regioni del Sud Italia, tra cui la Calabria, la Sicilia e l’Abruzzo, ma fu la Campania a lasciare un’impronta indelebile nel suo cuore e nella sua produzione artistica. I borghi della Costiera Amalfitana, inseriti in paesaggi naturali di estrema bellezza e la loro architettura ricca di elementi romani, greci e saracena, divennero per Escher il perfetto punto di partenza per esplorare le sue teorie sullo spazio e sulla percezione visiva.
Atrani, noto per essere uno dei borghi più piccoli d’Italia, e Ravello, con i suoi famosi terrazzamenti, diventarono per Escher luoghi di contemplazione e sperimentazione artistica. Atrani in particolare ispirò diverse delle sue opere, tra cui alcune litografie realizzate nel 1931, dove l’artista cattura l’essenza del borgo, con le sue case ammassate e le stradine strette che sembrano arrampicarsi sulla roccia.
Ravello, d’altra parte, con i suoi panorami mozzafiato sul mare, si rivelò un luogo di grande ispirazione per Escher. L’artista, affascinato dalla fusione di architettura e natura, immortalò i suoi terrazzamenti in diverse opere, trasformando gli elementi del paesaggio in intricate composizioni geometriche. Fu proprio da questi paesaggi che Escher iniziò a sviluppare un approccio più concettuale, passando dalla rappresentazione realistica alla creazione di mondi impossibili.
L’opera “Metamorfosi II” è forse la testimonianza più significativa del legame di Escher con la Costiera Amalfitana. Realizzata tra il 1939 e il 1940, questa xilografia di quattro metri di lunghezza è un viaggio visivo attraverso la trasformazione e l’evoluzione. In essa, il borgo di Atrani viene gradualmente trasformato in una scacchiera, in una serie di mutazioni che rappresentano il ciclo di cambiamento continuo, uno dei temi principali dell’artista. Una metamorfosi che collega il reale al fantastico, mostrando la capacità di Escher fosse di partire dalla realtà per creare mondi paralleli, dove le leggi della fisica e della geometria si fondono in un gioco di illusioni.
La bellezza naturale e l’architettura unica della Costiera Amalfitana hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle opere di Escher. Attraverso i suoi lavori, l’artista riuscì a fondere elementi tipici del paesaggio mediterraneo con forme geometriche e strutture impossibili. Le scale che collegano i borghi della Costiera, con la loro verticalità vertiginosa, si dice che possano aver ispirato una delle sue composizioni più famose, come “Relatività” (1953), dove le scale si moltiplicano e si intersecano in un gioco di prospettive che sfidano la logica.
Escher trovò nella Costiera Amalfitana non solo un luogo di bellezza, ma anche un laboratorio creativo dove poteva esplorare i confini della percezione e della realtà. Le architetture dense di storia, le strade strette e i panorami sconfinati diventarono per l’artista il terreno fertile per sviluppare il suo linguaggio visivo unico, fatto di illusioni ottiche e trasformazioni geometriche. Nonostante Escher abbia lasciato l’Italia negli anni ’30 a causa dell’ascesa del fascismo, il Paese e in particolare la Costiera Amalfitana rimasero sempre presenti nella sua mente e nelle sue opere. L’artista continuò a trarre ispirazione dai suoi viaggi in Italia, utilizzando i ricordi dei paesaggi mediterranei come punto di partenza per le sue composizioni più astratte.
Photo credits:
Leandro Neumann Ciuffo, Wikimedia
Alessandro Tortora, Wikimedia
Uljana Egli, Flickr
Peter E, Flickr (M. C. Escher – 1953)
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