Alla scoperta del Golfo di Napoli sulle orme di Goethe

Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) è stato uno scrittore, un poeta, un saggista, un drammaturgo, uno scienziato, un critico musicale, e molto altro ancora. Nato a Francoforte sul Meno, rappresenta una delle figure più significative della letteratura tedesca e mondiale.
Negli anni Ottanta del Settecento, il letterato viveva alla corte del duca Carlo Augusto di Sassonia, nel ducato di Sassonia-Weimar. Goethe era stato prima precettore, poi consigliere e ministro del duca di Sassonia. Aveva ottenuto grandissimo successo con la pubblicazione del romanzo: “I dolori del giovane Werther”. Aveva inoltre scritto diverse poesie e numerosi saggi di carattere scientifico, aveva intrapreso la prima stesura del suo grande capolavoro, il “Faust”. Tuttavia, lavorare alla corte di Sassonia stava annoiando Goethe, che si ritrova a fare un lavoro molto diverso da quello che aveva immaginato. Inoltre, in quel periodo viveva una storia d’amore molto travagliata con la scrittrice Charlotte Von Stein, già sposata con un ufficiale. La donna rifiutava di vedere lo scrittore. Goethe aveva deciso quindi che quello era il momento giusto per allontanarsi da Weimar e per partire alla volta di una terra che lo aveva sempre incuriosito, l’Italia.

Il Golfo di Napoli seguendo le tracce di Goethe:

 

Il sogno del Grand Tour, visitare il Bel Paese

Goethe parlava da molto tempo di voler visitare l’Italia. Suo padre Johann Caspar Goethe aveva viaggiato molto per il Bel Paese, scrivendo un diario di viaggio molto dettagliato dell’avventura. In quel periodo l’Italia rappresentava una tappa di culto per tutti i giovani dell’alta borghesia del Nord Europa, era la meta per eccellenza del Grand Tour. Ad esempio, anche il musicista tedesco Richard Wagner si innamorerà profondamente di quegli stessi luoghi. Goethe parte pieno di entusiasmo, intraprendendo un viaggio che sarà decisivo tanto per la sua vita che per la sua carriera di scrittore. Vivrà oltre due anni nella Penisola, scrivendo un diario dell’esperienza intitolato “Viaggio in Italia”. La Campania e il Golfo di Napoli più nello specifico saranno una delle parti più significative di questo viaggio.

 

Napoli, terra di colori e di contraddizioni

Goethe arriva a Napoli nel 1787. È molto affascinato da questo luogo, città piena di vita e di contraddizioni. Visitare Napoli cambia per sempre la vita. Diceva: “Mio padre non poté mai essere del tutto infelice, perché il suo pensiero tornava sempre a Napoli”. Lo scrittore viveva a Palazzo Sessa, oggi sede del Goethe Institut. È una città sfarzosa e ricca, piena di colori, di arte e di calore, ma allo stesso tempo anche di povertà e di disagio. La contraddizione regna: “La terribilità contrapposta al bello, il bello alla terribilità: l’uno e l’altra si annullano a vicenda, e ne risulta un sentimento d’indifferenza. I napoletani sarebbero senza dubbio diversi se non si sentissero costretti fra Dio e Satana”. Secondo lo scrittore, gli abitanti di Napoli passano buona parte della loro giornata all’aperto, sotto la luce del sole. Riflette molto sulle differenze tra i popoli del Nord e i popoli del Sud Europa. Parlando dei napoletani, dice: “Riscontro in questo popolo un’industriosità sommamente viva e accorta, al fine non già di arricchirsi, ma di vivere senza affanni”. Sempre i napoletani, secondo lo scrittore, sono convinti di vivere in Paradiso e se interrogati sul Nord Europa lo immaginano come una terra molto ricca, sempre coperta di neve, con case di legno abitate da ignoranti.
Goethe era molto colpito dallo splendore barocco delle chiese napoletane. In particolar modo lo affascinava la chiesa del Gesù Nuovo, con la sua particolarissima facciata. Aveva visitato anche Palazzo Diomede Carafa, all’epoca Palazzo Colubrano. Nel cortile interno di questo palazzo del XV secolo si trova una testa di cavallo in terracotta, copia di una scultura di Donatello. A Palazzo Filangeri d’Arianello oggi possiamo trovare una targa che ricorda il celebre incontro tra il letterato tedesco e il giurista Gaetano Filangieri. Non di rado, Goethe si era recato anche al Teatro San Carlo, luogo che l’aveva lasciato di stucco per la sua grande magnificenza.

 

Alla scoperta della Campania Felix

Goethe esplora la “Campania Felix”, nome con cui i latini indicavano la Campania con un suo caro amico, il pittore Tischbein. Salgono più volte sul Vesuvio. Visitano inoltre la città di Pozzuoli, antica colonia greca. Qui tornerà più volte per ammirare anche il Tempio di Serapide e Cuma, la città della Sibilla. Ammirano i Campi flegrei, le acque fangose e ribollenti della vicina Solfatara. Goethe ne descrive dettagliatamente “il respiro delle pietre”, riferendosi alle fumarole di origine vulcanica e disegna pure un acquerello del luogo. Arrivano al Lago d’Averno, considerato dagli antichi l’ingresso per l’oltretomba. Passano intere giornate ammirando gli scavi di Pompei, incantati dai misteri dell’antica civiltà latina.

Tornato in Germania, Goethe racconterà a tutti i suoi conoscenti di un viaggio che lo ha fatto rinascere.

Photo Credits:
Foto di Grauesel per Wikimedia

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